Lo shock finanziario che il Regno Unito ha subito di recente e ovviamente negativo per gli investimenti verdi. E probabile che anche il governo guidato da Rishi Sunak utilizzi questa crisi per spingere per ulteriori tagli alla spesa pubblica che escluderanno un’agenda verde veramente trasformativa.
Tuttavia, nel mio recente articolo accademico sostengo che gli ostacoli economici all’effettiva decarbonizzazione sono piu radicati di cosi. Non possiamo semplicemente incolpare un cattivo bilancio del governo o anche le turbolenze del mercato globale innescate dall’invasione russa dell’Ucraina.
Al contrario, l’economia globale e rimasta intrappolata in uno stato di relativa stagnazione dei tassi di crescita, produttivita, investimento e redditivita almeno dalla crisi finanziaria del 2008, con alcuni studiosi che datano l’inizio del malessere agli anni ’70. Questa cosiddetta stagnazione secolare e una tendenza globale, ma il Regno Unito ha ottenuto risultati particolarmente scarsi.
Questo rappresenta un problema colossale per le visioni tradizionali della decarbonizzazione. La maggior parte degli stati, dei gruppi economici e delle organizzazioni internazionali ritengono che debba essere guidata da un enorme boom globale degli investimenti privati nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture sostenibili: le stime vanno da 4,4 trilioni di dollari all’anno fino al 2050 fino a 9,2 trilioni di dollari all’anno.
In quest’ottica, il ruolo degli stati e di guidare gli investitori lontano dai combustibili fossili “marroni” e verso quelli verdi. Il problema con questa visione di “crescita verde” e che per decenni si e dimostrato molto difficile per gli stati generare un boom globale e duraturo degli investimenti privati, siano essi verdi o marroni.
Non c’e consenso sulle cause di questa stagnazione a lungo termine, con diversi studiosi che indicano un rallentamento della crescita demografica, programmi anti-lavoro o sovrapproduzione industriale. Tuttavia, cio che e chiaro e che la stagnazione agisce come un freno fondamentale agli sforzi per rendere piu verde l’economia mondiale. Alcuni esempi possono illustrarlo.
Acciaio e solare
L’industria siderurgica e un fattore chiave del cambiamento climatico ed e responsabile di circa il 7-9% delle emissioni globali di carbonio. Attualmente, molte acciaierie bruciano coke per riscaldare i loro altiforni, rilasciando anidride carbonica nel processo. Esistono diversi modi per rendere piu ecologico questo processo, con forse il piu plausibile che prevede l’uso di idrogeno verde e forni ad arco elettrico.
Il problema e che queste soluzioni ecologiche sono costose, in un settore gia devastato dalla sovrapproduzione e dalla scarsa redditivita. Riorganizzare la produzione e riorganizzare le fabbriche in tutto il mondo richiederebbe alle aziende di effettuare ingenti investimenti, ma i mercati siderurgici saturati significano che e improbabile che tali investimenti producano rendimenti elevati. Lo stato di stagnazione del settore milita quindi contro la sua rapida decarbonizzazione.
A prima vista, l’energia solare sembra l’esatto opposto di una vecchia industria pesante come quella dell’acciaio. La produzione di pannelli solari e letteralmente un’industria all’alba: dai primi anni 2000, quando in Europa sono stati introdotti generosi sussidi per le energie rinnovabili, gli investimenti sono inondati e hanno generato un boom.
Eppure ci sono segnali che anche questo settore sia sempre piu ostacolato da una sovraccapacita cronica e da una redditivita in esaurimento. Poiche la produzione e diventata sempre piu concentrata in Cina, dove e piu conveniente, l’industria e stata trasformata dall’automazione e da enormi economie di scala. Ora assomiglia a una tipica attivita commerciale di materie prime con un’elevata produzione di prodotti standardizzati e prezzi e profitti bassi. Come The Economist ha recentemente etichettato l’industria: “Buono per il pianeta, ma difficilmente una miniera d’oro”. Molte aziende solari sono fallite o hanno semplicemente abbandonato il settore.
Democratizzazione della decarbonizzazione
Queste dinamiche possono essere riscontrate in molti settori che richiedono una decarbonizzazione urgente, dall’industria all’energia ai trasporti. Per coloro che pensano che il cambiamento climatico possa essere risolto solo dai mercati e dagli investitori privati, e una minaccia esistenziale alla loro visione del mondo. Eppure la stagnazione in realta non mostra che la decarbonizzazione sia impossibile, piuttosto che sara difficile farlo con mezzi capitalistici.
Per questo motivo, e importante prendere sul serio visioni radicali della decarbonizzazione che implichino l’uso della proprieta collettiva e della pianificazione economica democratica per espandere rapidamente le infrastrutture rinnovabili. Di fronte a una catastrofe ambientale senza precedenti e all’inerzia dei mercati privati, perche industrie chiave come quella siderurgica o solare dovrebbero essere gestite secondo il principio della massimizzazione del profitto invece della stabilita climatica?
Gestita in modo collettivo e democratico, la produzione di pannelli solari potrebbe essere gestita con attenzione per affrontare una serie di preoccupazioni sociali, dal raggiungimento degli obiettivi di emissioni di carbonio alla protezione delle comunita in cui si trova l’estrazione del quarzo alla garanzia di pratiche di lavoro eque nelle fabbriche di silicio. La deliberazione tra le parti interessate sostituirebbe il cieco imperativo del fare soldi.
Mentre proposte simili possono essere trovate in alcuni filoni del New Deal verde e del pensiero sulla decrescita, queste misure rimangono marginali nel piu ampio dibattito sulla decarbonizzazione. E improbabile che un allontanamento cosi radicale dall’ortodossia economica contemporanea venga adottato dai governi a meno che non siano spinti da potenti movimenti sociali. Costruire tali movimenti e la sfida del nostro tempo.