E stata un’altra bella settimana per il gioco del popolo. I tre della Super League – di cui due probabilmente eliminati dalla Champions League nella fase a gironi nonostante gli enormi vantaggi di cui godono sia finanziariamente che tramite il sistema dei coefficienti – continuano ad agitarsi per una competizione che li farebbe guadagnare ancora di piu.
I tifosi cantano in modo vergognoso la tragedia e trovano che il loro club non solo non li condanna, ma incolpa l’allenatore dell’altra squadra per aver fatto un’osservazione del tutto ragionevole sui vantaggi finanziari di cui godono i club statali. Quel manager, proprio nel fine settimana in cui gli arbitri locali avevano scioperato per evidenziare gli abusi subiti dagli arbitri, viene espulso per aver abusato di un assistente arbitrale. Gli autobus delle squadre vengono attaccati, i social media diventano un campo di battaglia degli insulti piu vili, i manager che sono di fatto gli agenti degli stati autoritari fanno lezione agli altri sul comportamento a bordo campo.
Continuano i preparativi per una Coppa del Mondo in un paese il cui record in materia di diritti umani rimane altamente discutibile e che ha imposto restrizioni straordinarie ai media che coprono il torneo.
Il programma rimane ridicolo. Prima della Coppa del Mondo tra quattro settimane, mancano ancora tre turni di campionato, due di Champions League e uno di Coppa EFL. Gli infortuni stanno gia aumentando e qualsiasi ulteriore colpo nelle prossime tre settimane potrebbe escludere un giocatore dal torneo. La fatica e la mancanza di tempi di preparazione avranno quasi sicuramente un impatto negativo sulla qualita del calcio giocato in Qatar.
Uno dei grandi protagonisti del gioco esce dalla panchina sbuffando, mentre un altro nega di aver minacciato di andarsene perche non era stato giocato nel modo giusto.
Ulteriori dettagli emergono dal caos della finale di Champions League. L’Uefa appare come un corpo sempre piu caotico, legato ai club piu ricchi, incapace di sfidare la forza finanziaria dei club d’elite, incapace nemmeno di organizzare partite di calcio in sicurezza. Il sistema svizzero che la Champions League assumera dal 2024 sara uno slog banale in gran parte privo anche del leggero pericolo ancora rappresentato dal formato attuale.
La disuguaglianza catastrofica significa che la maggior parte dei campionati europei sono monopoli effettivi. Florentino Perez, il presidente del Real Madrid, presumibilmente ha le prove che i giovani si stanno allontanando dal gioco (anche se non l’ha mai rilasciato), ma la sua soluzione proposta a questo problema e aumentare la disuguaglianza.
Il calcio non ha seguito esattamente la strada del cricket inglese, disdegnando il suo pubblico tradizionale nella brama di crescita, ma con tre quarti dei club della Premier League di proprieta all’estero, nulla e certo.
Gli arresti alle partite della Premier League sono aumentati del 68,5% rispetto ai tempi pre-Covid. I costi stanno diventando proibitivi. E il crollo della linea principale della West Coast significa che, almeno in Inghilterra, e quasi impossibile persino arrivare a certi giochi, il cupo mantra che cade dolcemente sulla terra desolata: Avanti, Avanti, Avanti.
Allora cosa fare, se lo status quo non e attraente e il futuro apparentemente peggiore? Bernd Reichart, il nuovo CEO della societa che sostiene la Super League, ha chiaramente la missione di affascinare dopo il disastroso tentativo di lanciare la competizione nell’aprile 2021. “Vogliamo raggiungere gli stakeholder della comunita calcistica europea e ampliare questa visione, ” lui dice. “Anche i fan proveranno molta simpatia per l’idea. E una tabula rasa. Il formato non sara mai un ostacolo”.
Quel “anche” prima dei “fan” solleva preoccupazioni immediate: cosa, consulterai effettivamente le persone che guardano il tuo prodotto? Mio, come ci assecondi – ma prendiamolo in parola. Se ci fosse un nuovo inizio, come costruiremmo il calcio? E facile lamentarsi, molto piu difficile tracciare un progetto. Quali sono i primi principi? Quale dovrebbe essere il calcio al suo livello piu elementare?
E questa, forse, non e una domanda cosi difficile a cui rispondere. Una competizione, idealmente, come suggerisce la parola, sarebbe competitiva. Qualcuno ne dubita? Qualcuno trae davvero soddisfazione dal guardare qualche superclub che si avvicina e distrugge una mezza dozzina di polpette ogni settimana? Le squadre dovrebbero essere premiate per il successo, ma non a tal punto che il loro dominio diventi permanente. Ogni gioco dovrebbe essere una sfida; ogni squadra dovrebbe poter sognare che, un giorno, con un bel vento, potrebbero almeno sfidarsi da qualche parte vicino alla vetta.
Cio significa una delle due cose: o un sistema chiuso e un modello di franchising, che contrasta con il senso di un club come parte organica del suo ambiente, lo spirito democratico del calcio inglese che significava che un Huddersfield, un Burnley o un Ipswich potevano prendere sui club delle grandi citta; o una qualche forma corretta di ridistribuzione, come esisteva fino al 1981. Ma cio richiederebbe ai club d’elite di considerare il gioco nel suo insieme, ed e passato molto tempo da quando qualcuno nel calcio ha pensato a qualcosa al di la dei propri interessi.
Le misure per limitare la spesa – massimali salariali e regolamenti sul fair play finanziario – si sono rivelate sostanzialmente impraticabili, anche perche sono effettivamente inapplicabili quando i club hanno una tale ricchezza da poter ostacolare le indagini con infinite sfide legali.
Quasi sicuramente vorresti una rappresentanza di tifosi nel tabellone, con una quota d’oro per impedire l’acquisizione di club da parte di coloro la cui preoccupazione principale non e la salute del gioco, anche se dato il modo in cui i tifosi corrono per prostrarsi davanti al miliardario di passaggio piu vicino, nel disperato tentativo di cedere il loro diritto di primogenitura per i nuovi acquisti, suggerisce che non e una garanzia di nulla.
Perche il problema e che nessuno vede piu il calcio come uno sport. E un business, e un prodotto di intrattenimento, e contenuto. Alcuni club progettano drammi in stile Entourage attorno ai loro affari quotidiani, mentre altri sembrano valutare gli impegni sui social media al di sopra delle partite o dei trofei vinti. Tutto ruota intorno al denaro, all’avidita e alla crescita, al gioco stesso o al posto del club nella sua comunita, un ripensamento.
Ma il calcio non e, in fondo, ne un affare ne un divertimento. Certamente non dovrebbe essere uno strumento di propaganda di stato. E uno sport e, finche non viene ricordato e dato la priorita, e difficile avere qualche speranza per il futuro. O, appunto, il presente.